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“Capostipite e fondatore di un marchio ineguagliabile – aggiunge Caner – interpretava il valore del lavoro come nessun altro, quasi come una religione più che come un mestiere. Dal nulla ha creato un’azienda da milioni di fatturato, con decine di dipendenti, legando il suo nome a quello della città di Treviso in maniera inscindibile. Alla moglie e ai figli va il mio cordoglio, nel ricordo della preziosa eredità di Nani non solo in termini imprenditoriali ma soprattutto di passione e di intraprendenza”.
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