venerdì 15 novembre 2013

SEPARARE BANCHE COMMERCIALI DA BANCHE D’AFFARI. LO STATO SOSTENGA ECONOMIA REALE, NON GLI SPECULATORI. PRESENTATA MOZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE E CONVEGNO A TREVISO

Tornare alla separazione tra banche commerciali e banche d’affari, lasciando gli speculatori al loro destino e salvaguardando l’economia reale. Reintrodurre, cioè, la legge Glass-Steagall, voluta da Roosevelt nel 1933, recepita dal Regio Decreto del 1936 e cancellata nel 1993. In questo modo, il Fondo di Tutela nazionale verrebbe usato per proteggere le banche che prestano denaro a imprese e famiglie, escludendo quelle che operano nella Finanza speculativa.
Se ne parlerà sabato prossimo, 23 novembre, alle 17 a Ca’ dei Ricchi (via Barberia, Treviso, ingresso libero), in un incontro organizzato dalla Circoscrizione della Lega Nord con il professor Massimo Lodi Rizzini di Movisol. A sostegno di questa richiesta, il capogruppo leghista in Regione Veneto Federico Caner ha depositato una mozione in Consiglio per sollecitare il Governo a ripristinare la Glass-Steagall e valorizzare le banche tradizionali di territorio. Il documento, oltre che dai consiglieri leghisti, è sostenuto anche da Stefano Valdegamberi e Gustavo Franchetto di Futuro Popolare, da Mariangelo Foggiato di Unione Nordest e da Sandro Sandri del Gruppo Misto.
“Per superare la crisi e scongiurare il default – dichiara Caner –, la soluzione più ricorrente da parte dei Governi è stata l’utilizzo dei fondi pubblici per il salvataggio delle banche. Peccato che questa crisi trovi la propria radice proprio nelle disfunzioni del sistema bancario, in particolare nel suo contrastato rapporto con l’economia reale. Quindi da una parte abbiamo i piccoli e medi Istituti che raccolgono i risparmi privati e prestano alle imprese di territorio, dall’altra ci sono i Big Player finanziari che abdicano al sostegno all’economia reale per fare speculazione. Pensiamo perciò che non sia giusto ripianare con denaro pubblico le spregiudicate operazioni di finanza privata, destinando invece quei fondi alla tutela delle pmi e dell’occupazione. Il riconoscimento del ruolo della banche commerciali, separandole da quelle d’affari, sarebbe un vero strumento per la crescita e la ripresa”.
I DATI – Anche in Veneto il sistema creditizio, formato da 53 banche per un totale di 3.575 sportelli (il 20,7% del totale italiano), è fortemente in crisi. Le banche cooperative detengono il 43,8% degli sportelli (vedi tabella). Il valore complessivo dei prestiti al 30 giugno scorso è di poco superiore ai 100 miliardi di euro (-3,4% dal 2012, media nazionale -4,7%); le imprese venete risultano meno indebitate (232.951 euro l’ammontare medio), e quindi esisterebbe lo spazio per maggiori concessioni di credito da parte delle banche. Strangolate dal ritardo nei pagamenti e dalla richiesta delle banche di rientro dei fidi (o dalla negazione dei prestiti), le aziende venete hanno perso da giugno 2012 a metà 2013 ben 8.630 unità (da 453.800 a 445.170, -1,9% su media nazionale del -1%). Delle oltre 445mila imprese attive, più di 418.000 hanno meno di 10 addetti (94%), mentre è ancora esigua l’imprenditoria giovanile (4%). Tra il 2005 e il 2012, il Veneto è arretrato di 0,4 punti l’anno: la crisi del 2008 ha portato indietro la nostra regione di almeno 7 anni. Tant’è che oggi i disoccupati ammontano a 169.266 unità (7,5%, +0,6% rispetto al 2012). 
“Sono queste le cifre che ci debbono far riflettere – conclude Caner -. In un momento di scarsità di risorse pubblica, va scelto di sostenere l’economia reale e non la Finanza speculativa. Da questo muove la nostra mozione, della quale auspico rapida approvazione in Consiglio regionale come segnale di una condivisione unanime degli intenti che la muovono”.

1 commento:

  1. se non erro, in qualche paese sudemericano questa è GIA' Legge....

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