venerdì 27 dicembre 2013

TREVISO, NO AL REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO. SI’ A BANDI CHE AGEVOLINO LA FAMIGLIA

“Condivido la presa di posizione del Vescovo di Treviso e ritengo che la famiglia, con i suoi valori tradizionali, vada rispettata e tutelata con ogni mezzo”. Lo afferma il capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale del Veneto, Federico Caner, intervenendo a sostegno di monsignor Gardin, contrario al progetto di creare il registro delle coppie di fatto a Treviso.
“La mia non è una posizione bigotta – spiega Caner -. Certo lo Stato deve essere laico, ma ciò non esime dal salvaguardare quelli che sono i valori tradizionali e identitari di un popolo. Se la priorità dell’amministrazione comunale di Treviso è di dare protezione a tutti i tipi di unione esistenti attraverso il registro delle coppie di fatto e altri futuri strumenti giuridici, il rischio è che si incentivi questo tipo di unioni a discapito del matrimonio, riservando paradossalmente maggiori garanzie alle unioni di fatto che non a una famiglia tradizionale”. 
“Sono d’accordo sul fatto che i tanti eterosessuali non sposati ma con figli vadano tutelati – aggiunge l’esponente della Lega Nord -, ma non dimentichiamo che in questo momento di difficoltà economica e di scarsissime risorse ci sono tante coppie sposate con figli a carico che avrebbero altrettanto bisogno di aiuto. Pertanto, rispetto a un registro per le coppie di fatto, credo che sarebbe più opportuno creare bandi comunali o regionali per agevolare le famiglie e le coppie fondate sul sacro vincolo del matrimonio, che si sono assunte la responsabilità e i reciproci obblighi che esso comporta”. 
“L’operazione di Manildo sembra più un’operazione di facciata, volta a porre l’attenzione su disparità inesistenti – conclude Caner –. Va detto, infatti, che dal punto di vista giuridico ed economico non è affatto vero che le coppie di fatto sono discriminate e che non hanno tutele, tant’è che una coppia sposata gode di meno diritti rispetto a una coppia di fatto: si pensi alla negata possibilità di entrambi i membri uniti dal vincolo del matrimonio di essere intestatari di prima casa”.

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