martedì 8 ottobre 2013

TAGLIO SOCIETA’ REGIONALI, LEGGE ANNACQUATA E INUTILE, SALVATE CAREGHE CARE A QUALCUNO

“Che riforma è quella che propone l’eliminazione di cinque società, che poi diventano quattro, e che poi viene emendata per riassumere tutti i dipendenti? A me sembra una farsa, una montagna che partorisce un topolino. Se taglio doveva essere, per le società regionali, andava fatto in maniera complessiva prevedendo un reale risparmio per le casse pubbliche, e non modificando il provvedimento in base al comodo del proprio territorio”. Così il capogruppo leghista Federico Caner dopo la seduta di Prima Commissione che stamattina ha approvato il pdl 367 sulla soppressione di quattro società regionali (Ferrovie Venete, Immobiliare Marco Polo, Edilizia Canalgrande, Terme di Recoaro) eliminando dal testo originario, in seguito a emendamento di Piergiorgio Cortelazzo, la Rocca di Monselice Srl.
“Pd e Pdl sono stati d’accordo nel togliere dal provvedimento quest’ultimo Ente – prosegue Caner -, rendendo ancora più monca una proposta di legge che già partiva tiepida e a mio dire inefficace nel concreto. Io avevo proposto di sospenderne l’analisi in attesa del testo di Giunta che conteneva risparmi molto più decisi per le casse regionali, ma l’opposizione e parte della maggioranza hanno preferito proseguire. In più, non solo hanno ‘fatto risorgere’ la Rocca di Monselice, su emendamento di Cortelazzo, ma hanno disposto la riassunzione di tutti i dipendenti cessati dopo le soppressioni degli Enti. Dove sta il risparmio?”. “Sono sinceramente allibito nel vedere che il taglio delle Società regionali, doveroso e più volte sbandierato da Pd e Pdl, si riduce a un progetto-marchetta che porterà a nessun risparmio concreto. Dove si doveva procedere con la ghigliottina, si è preferito agire con un taglierino. Farò memoria del voto di oggi ai colleghi di Pd e Pdl, quando chiederanno risorse per i servizi ai cittadini. I fondi sarebbero potuti scaturire dal taglio deciso di Enti regionali e partecipazioni, peccato che qualcuno abbia preferito tenere in piedi careghe a sé care”.

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