sabato 27 ottobre 2012

BUON COMPLEANNO MONTI: ECCO QUANTO E' COSTATO AL VENETO


Buon compleanno Governo Monti: i veneti però non hanno alcun motivo di festeggiare. A quasi un anno dall’insediamento dell’esecutivo tecnico, la luce in fondo al tunnel di certo non si vede, a giudicare dai dati, né si vedrà nel 2013. Secondo quanto emerge da uno studio realizzato dal Gruppo Lega Nord su dati ufficiali raccolti da Plancia© e comprensivo delle 6 manovre degli ultimi 12 mesi, il Veneto risulta deprivato di 2,02 miliardi di euro nel 2012 (1,4% del Pil), e di 2,8 miliardi nel 2013 (1,9%). Il che significa, concretamente, aggravi di 409 euro procapite e 995 euro a famiglia per l’anno quasi concluso, che diverranno rispettivamente 573 e 1.393 euro nel 2013
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Insomma, per dirla con la voce del capogruppo leghista e vicesegretario federale del Carroccio Federico Caner, “un massacro. Appesantendo cittadini ed enti locali di tasse per mantenere l’elefantiaco Stato centrale e le pretese dell’Europa e delle banche, Monti ha paralizzato gli investimenti sia dei privati che delle imprese. Proprio mentre i più eminenti economisti ci dicono che per far ripartire i consumi bisogna abbassare la pressione fiscale anche rischiando qualche punto di debito, l’Italia indossa l’ingloriosa maglia nera del record delle tasse. Chi dice di vedere la luce in fondo al tunnel mente sapendo di mentire o guarda altrove, forse alla fine del suo mandato che sarà l’unica luce che vedranno gli italiani di qui a qualche mese”.
Lo studio del Gruppo regionale leghista analizza voce per voce gli effetti sul Veneto delle nuove imposizioni fiscali introdotte nei mesi da Monti (vedi tab. 3 a lato), e cioè il “Salva Italia”, il Decreto liberalizzazioni, il Decreto sull’emergenza sisma, la Spending Review, il Decreto sui costi della politica locale, il Ddl stabilità. Eccone gli aggravi totali e in particolare sul Veneto.
IVA – Scongiurato l’aumento ad ottobre 2012, crescerà comunque di un punto da luglio prossimo. Per le famiglie venete si prospetta un aggravio di 293 milioni nel 2013 e di 585 nel 2014.
IMU – “Non ha nulla di federalista – dichiara Caner – perché la metà dell’imposta su seconde case e immobili rurali va allo Stato. Monti ha rivisto inoltre i moltiplicatori e tagliato il Fondo di riequilibrio per i Comuni. Nel Veneto, secondo alcune stime effettuate su dati dell’IFEL, il gettito sarà di 1.848 milioni, di cui 758 di spettanza statale; se si considerano anche i 146 milioni di tagli “compensativi”, l’aggravio complessivo è pari a 905 milioni, totalmente a beneficio di Roma”.
ACCISE – L’aumento, a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma, era stato inizialmente previsto fino al 31 dicembre 2012 “ma ovviamente – specifica Caner – il ddl Stabilità in discussione lo ha reso permanente. Questa operazione passata sotto silenzio, insieme ai precedenti ritocchi delle accise, è costata ai veneti 536 milioni nel 2012 e ne costerà 559 nel 2013”.
IRPEF – “Monti l’ha definita addizionale regionale ma di fatto lo è solo nel nome, perché le Regioni non la vedranno nemmeno di striscio. L’aumento dello 0,33% dell’aliquota base, che passa dallo 0,9 all’1,23%, dovrebbe finanziare la Sanità ma la manovra di Natale 2011 ha tagliato per pari cifra i trasferimenti statali alle Regioni. I Veneti – dice Caner – pagano in media 78 euro a testa, cioè 216 milioni”.
LA NUOVA TARES – Da gennaio 2013 debutta una nuova tassa comprensiva di tutti i tributi sui rifiuti. Si chiama Tares, maggiorata di 30 centesimi al metro quadro di abitazione per coprire i servizi “indivisibili” dei Comuni tra cui sicurezza e illuminazione pubblica. Alle famiglie venete costerà circa 90 milioni in più rispetto all’attuale tassazione sui rifiuti.
IL FEDERALISMO SVUOTATO – Nel 2012 i provvedimenti di Monti hanno richiesto alle Autonomie del Veneto tagli per 289 milioni, che diverranno 570 nel 2013. Per le Regioni ordinarie, la Spending Review aveva già disposto la riduzione dei trasferimenti sulla base dei consumi intermedi per 700 milioni nel 2012 e 1.000 nel 2013; tenendo conto delle nuove misure previste dalla Legge di stabilità, il conto per il Veneto è stimato in 54 milioni per quest’anno e in 154 per il prossimo. Le Province sembrano il male assoluto del Paese: a luglio ne è stato disposto l’accorpamento sulla base dei parametri di popolazione e dimensione territoriale, e nel frattempo sono state oggetto di nuovi tagli: il conto per le Province venete è di 67 milioni nel 2012 e 112 nel 2013. Infine i nostri Comuni: “Nel complesso gli ammanchi sono di 168 milioni nel 2012 e 303 dal prossimo gennaio, nonostante le modifiche parlamentari alla Spending review abbiano garantito ai municipi veneti virtuosi 57 milioni per pagare i fornitori”, spiega Caner.
“Non dimentichiamoci – prosegue il capogruppo leghista – il provvedimento sulla Tesoreria Unica: depositando le risorse degli Enti Locali sul conto dello Stato, essi hanno perso la differenza tra gli interessi attivi (tra il 2 e il 4%) e l’1% offerto dalla Banca d’Italia. Lo Stato risparmia 320 milioni di interessi passivi, ma le Autonomie ne vengono deprivate. La possibile prossima Riforma del Titolo V limiterà ancor più gli Enti locali, introducendo la clausola di supremazia per cui lo Stato potrà sempre intervenire a modificare la loro autonomia adducendo il principio dell’unità del Paese”.
SANITA’ – La Spending review ha disposto 900 milioni di tagli nel 2012 e 1.800 nel 2013, riducendo del 5% le prestazioni degli appalti di fornitura di beni e servizi, oltre all’abbassamento dello standard dei posti letto da 4 a 3,7 ogni mille abitanti. Il ddl Stabilità taglia ancora 600 milioni nel 2013 e 1.000 nel 2014. Nel complesso per la Sanità veneta l’ulteriore sacrificio richiesto è di 73 milioni nel 2012 e di 194 nel 2013.
“Nel DdL Stabilità – conclude Caner – è prevista la riduzione di 1% delle aliquote IRPEF per i primi due scaglioni di reddito, ma in parallelo la rimodulazione di deduzioni e detrazioni per i redditi superiori a 15.000 euro annui, elevando l’importo delle franchigie. Fino ad oggi al Veneto è stato chiesto un notevole sforzo in termini di risanamento dei conti pubblici nazionali, e questo ci allontana dalla ripresa economica: tant’è vero che le previsioni dei principali indicatori macroeconomici sono state recentemente riviste al ribasso sia per il 2012 sia per il 2013 (vedi tabella 4 a lato). È necessario invertire quanto prima la rotta e adottare quelle misure per la crescita che Monti e Passera sbandierano da tempo, tagliando subito la spesa improduttiva ed applicando finalmente il decreto federalista sui costi standard. Solo in questo modo potranno esserci quei risparmi necessari ad evitare sperperi di denaro pubblico, implementare la virtuosità degli Enti locali e recuperare risorse utili ad attuare provvedimenti per la ripresa”.

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